Benvenuti a Bonapaglia - Giovanni Sicuranza
Bonapaglia è l'unico paese a circumnavigare l’equatore, costruito proprio lungo tutta la linea che spezza in due il mondo, e da una parte se ne sta il Nord, e dall'altra, sia ben chiaro, il Sud.
Bonapaglia è il filo interdentale dei residui organici, gli scarti sociali senza terra; devono passare su questa linea prima di finire in basso, tutti, digeriti nel caos del meridione terrestre.
Sì, proprio Bonapaglia, il luogo di frontiera, dove la gente non può uscire dalla linea equatoriale senza permesso, e allora cammina un passo avanti l’altro, come equilibrista da circo, le braccia distanziate dal corpo, aperte in fragili movimenti sussultori, sussurri d’aria che chiedono di non perdere l’equilibrio.
Bene, adesso hai capito dove stiamo andando, e saprai anche della sfortuna di questo posto; insomma, chi non conosce la Legge dei Sempreverdi che, per dissuadere i confinati del Sud dall’invadere il Nord, per evitare contaminazioni, hanno scelto un nome tanto evocativo.
Ovunque tu ti giri, a Bonapaglia Delll’Equatore troverai incendi, tanti, ma così tanti che la gente è stanca di ideare progetti, perché sempre se ne vanno in fumo.
A Bonapaglia Dell'Equatore l’uomo fluttua su una linea e vive l’assenza, fino a quando non si stanca, si sdraia al sole, ma rigorosamente su un fianco per non rischiare di superare il confine, e attende.
Attende l’autocombustione.
Una morte rapida per corpi pieni al settanta percento di acqua in ebollizione.
D’altra parte, lo avrai visto nei documentari, persone e animali esplodono anche mentre camminano, mentre si salutano, se respirano più a fondo del solito.
A Bonapaglia non andare, se una tuta refrigerante non puoi indossare; ecco il loro slogan, ecco cosa ti diranno, ma io, che ho vissuto lì per il massimo del periodo concesso a un nordista, per tutte le trentasei ore del visto, io conosco un altro modo.
Figliolo, basta non leggere il nome del Paese, basta tenere lo sguardo basso per non incrociare cartelli di benvenuto. Tutto qui.
Non lasciare che i tuoi occhi pronuncino l’invito al fuoco. Testa china e movimenti lenti, allora ce la puoi fare, almeno credo.
Ah, e stai attento ai meridionali; si avvicinano al confine, tendono le mani per supplica ed è proprio così che sei spacciato, nello sforzo di tirarli a te, bum!, due corpi in un'unica fiamma.
Ecco, questo è il mio consiglio; adesso ti dispiacerebbe spiegarmi di cosa stiamo parlando? Voglio dire, tu taci, forse vuoi farmi capire che Bonapaglia non esiste, ma se queste frasi non hanno un senso, non lasciano un messaggio, se non svoltano in un finale a sorpresa, perché abbiamo trascinato fin qui il lettore?
No, figliolo, bisogna pure inventare qualcosa, un racconto, una morale, un che.
Senti, facciamo che mentre mi accendo una sigaretta e aspetto la cena, tu ti dai da fare con il barbecue. Intanto, mentre ti riscaldi, ne approfitto e mi scavo anche un po' d'ombra, ecco, proprio qui, figliolo, dove hai lasciato il tuo corpo, al fresco della fossa.
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