L’uomo che guida non conosce la strada. Ride e riempie di punti esclamativi l’aria lacerata dalla moto. Successo e guadagno si rinnovano ad ogni semaforo proletario; sente il sospiro dei perdenti fin dentro l’orecchio; è un bacio che entra nel cuore, lo assaggia, è l’eccitazione della conquista. Lui e il cellulare, intimi, sudore, pelle, sudore, microfono. La bambina che corre oltre il semaforo non conosce la strada. Oscilla la testa e i lunghi capelli scrivono il tempo della musica. Non importa quello che è chiuso fuori, lei è dentro l’Ipad. Il ritmo rap è la parabola ultima di questa sua vita piccina. L’uomo e la bambina, uno verso l'altra, eccoli, hanno la sensazione di vedersi, ma è un attimo, solo, rapido, l’impressione sfocata di un mondo estraneo.